“Le case che si sfasciano ed i terremoti” di Giuseppe Mercalli

Libretto (12 pagine la versione cartacea) scritta da Mercalli nel 1885. A leggerlo potrebbe sembrare scritto ai giorni nostri quando parla di speculazioni edilizie, e costruttori poco onesti.

Come opera di riferimento per questo ebook si è usata una versione digitalizzata, presente sul sito: www.e-rara.ch. Cliccare QUI per visualizzare la pagina dell’opera.

"Le case che si sfasciano ed i terremoti" di Giuseppe Mercalli.
“Le case che si sfasciano ed i terremoti” di Giuseppe Mercalli.

Dall’incipit del libro:

Quando leggo sui giornali che a Milano, a Roma, ed a Napoli le case di cinque o sei piani, talvolta nuove od in costruzione, crollano e si sfasciano, senza che nessuno le tocchi , io penso tra me: – se un violento terremoto scuotesse una di queste grandi città, come pur troppo parecchie volte è già accaduto, cosa sarebbe di tanti edificî, che oggidì in esse si vanno costruendo colla più esosa economia?

Non potrebbero le autorità civili, municipali o governative, fare in modo che le commissioni edilizie non curino soltanto l’arte e l’igiene nell’approvare le nuove costruzioni pubbliche o private, ma anche la solidità e la resistenza dell’edificio all’urto di un terremoto? Non è forse la prima e più importante regola d’igiene questa di non rimanere schiacciati sotto le rovine della propria abitazione?

Adesso, per esempio, si vuol sventrare Napoli. Per questo si abbatteranno le casupole più luride e malsane de’ fondaci, per sostituirvi puliti e salubri edificî, vie spaziose ed arieggiate, dove anche i napoletani più cenciosi trovino aria, acqua, luce, vita. Tutto questo sta bene: e sia lode al governo italiano, che si mostra tanto solerte nel compiere un grande atto di carità nazionale, concorrendo col sacrificio di molti milioni a redimere dalla sporcizia e dall’abiezione i più poveri quartieri di Napoli.

Ma, per carità, il governo, che solo lo può, impedisca che avidi speculatori sfruttino cinicamente la carità nazionale, costruendo case, che si sfasciano come quelle di Milano e di Roma, al minimo urto. Poiché Napoli più che Milano più che Roma è soggetta ai terremoti.

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