“Le gemme” di Niccolò Tommaso Peirani

Poemetto, pubblicato nel 1781, dedicato a sua eccellenza il signor Girolamo Durazzo.

Dall’incipit del libro:

"Le gemme" di Niccolò Tommaso Peirani.
“Le gemme” di Niccolò Tommaso Peirani.

LE GEMME

Estro, cui di velar dolce è sovvente
L’ingenua fronte ai molli vezzi usata
Di cupa lamentabile tristezza,
Estro, onde talora i caldi ingegni
Tra il fosco lume di lampi maligni
Inorriditi dilettosamente
Erran per mille immagini di lutto,
Estro a me non ignoto, io già ti seguo,
Ma fra l’orror delle funeree tombe,
Ove sull’ali candide di pace
Lievi s’aggirati l’ombre gloriose
De’ magni Re, delle Regine estinte,
Invan mi apri la via; e invano io stanco
Lo sguardo in sen de’ taciti sepolcri
Di mirar vago fra l’immonda polve,
Fra i teschj ignudi, e tra il confuso ossame
Una fulgida gemma, che rifranga
La mal sicura luce palpitante
Della pallida lampana ferale,
Che scote avara per quest’Urne mute
L’inerte nebbia dell’eterna notte.
Dunque a penne meglior fidando il corso
L’agitato pensiero immaginoso
Trasvoli rapidissimo la grave
Aria, che stagna ai freddi avelli intorno,
E fra l’ombre de’ secoli vetusti,

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