“Le meraviglie del duemila” di Emilio Salgari

Romanzo del 1907.

"Le meraviglie del duemila" di Emilio Salgari.
“Le meraviglie del duemila” di Emilio Salgari.

Dall’incipit del libro:

IL FIORE DELLA RISURREZIONE

Il piccolo battello a vapore che fa il servizio postale una volta alla settimana, fra New-York, la più popolosa città degli Stati Uniti dell’America settentrionale e la piccola borgata dell’isola Nantuchet, quella mattina era entrato nel piccolo porto con un solo passeggero. Accadeva spesso, durante l’autunno, terminata la stagione balnearia, che rarissime persone approdassero su quell’isola, abitata solo da qualche migliaio di famiglie di pescatori, che non s’occupavano d’altro che d’affondare le loro reti nei flutti dell’Atlantico.

– Signor Brandok, – aveva gridato il pilota, quando il battello a vapore s’era ormeggiato al ponte di legno, – siamo giunti.

Il passeggero che, durante la traversata, era rimasto sempre seduto a prora, senza scambiare una parola con nessuno, s’era alzato con una cert’aria annoiata, che non era sfuggita né al pilota, né ai quattro marinai.

– I divertimenti di New-York non lo hanno guarito dal suo spleen – mormorò il timoniere del piccolo battello, volgendosi verso i suoi uomini. – Eppure, che cosa manca a lui? Bello, giovane e ricco… se fossi io al suo posto!

Il passeggero era difatti un bel giovane, tra i venticinque e i ventott’anni, di statura alta e ben complessa, come sono ordinariamente tutti gli americani, questi fratelli gemelli degli inglesi, coi lineamenti regolarissimi, gli occhi azzurri ed i capelli biondi.

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