Romanzo del 1907.
Dall’incipit del libro:
L’INFERNO DEL BLED
– Avanti, per la morte di Maometto e di tutte le sue urì! – No, sergente, non ne possiamo più.
– Come! Furfanti! Osate rispondere!
– Voi ci volete ammazzare, sergente.
– Crepate, canaglia! Credevate di trovare alle compagnie di disciplina algerine dei ventagli, delle granite, dei sigari e dei palmizi per stendervi sotto la loro ombra! Avanti, per la morte di Maometto, o vi mando tutti ad Algeri dinanzi al Consiglio di guerra!
– Non ne possiamo più, sergente – ripetono parecchie voci rauche, che pare non abbiano più nulla d’umano.
– Il maresciallo ci guarda, ed io non voglio pei vostri begli occhi andarmene in prigione. Suvvia! Una dozzina di corse ancora o io vi faccio accomodare le ossa da quel caro Steiner! Sapete che ha il pugno solido quell’ungherese! Avanti! Di corsa!
Una voce s’alzò, secca come lo scoppio d’una carabina: – Io ucciderò quell’infame! L’ho giurato, sergente!
– Chi è che ha parlato?
Nessuno rispose.
– Avanti! Di corsa, vi ho detto. Il maresciallo mi sorveglia! Avanti!
Venti uomini, vestiti di tela bianca, senza scarpe e senz’armi, e carichi invece di quegli zaini monumentali che usano portare i soldati della Legione straniera che la Francia disperde per le sue colonie africane ed asiatiche, si erano slanciati a corsa disperata, ansanti, sudati, anneriti dalla polvere e dal fumo, mentre uno scoppio di bestemmie e di minacce prorompeva dalle labbra del sergente istruttore.
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