“Il Libano in fiamme” di Ugo Mioni

Romanzo pubblicato nel 192?.

"Libano in fiamme" di Ugo Mioni
“Libano in fiamme” di Ugo Mioni

Dall’incipit del libro:

CAPITOLO I.
UN ASSALTO IN MONTAGNA.

Un solitario cavaliere, in groppa ad un veloce cavallo, attraversava le giogaie del Libano. Egli aveva abbandonato, quella mattina, la celebre foresta dei cedri ed era tuttora sotto l’impressione di quei venerandi patriarchi della flora mondiale. Quegli alberi antichi avevano veduto Hiran, re di Tiro, mentre si aggirava pensieroso tra di loro, in cerca degli esemplari più belli da tagliare e da inviare all’amico ed alleato Salomone, il quale li avrebbe impiegati nella fabbrica del tempio; avevano visto svolgersi trenta secoli almeno di storia, crollare giganteschi imperi e sparire antiche civiltà; avevano visto nascere ed espandersi il cristianesimo, ma avevano assistito anche allo spuntare della mezzaluna e alle carneficine che i mussulmani, divenuti padroni di quelle terre, avevano fatto, inondando le ridenti valli del Libano del sangue di coloro che avevano preferito la morte all’apostasia.

Quelle stragi si erano rinnovate più volte e i venerandi cedri ne erano stati i muti testimoni. Narrano i maroniti, i custodi della foresta, uno strano fenomeno. Non soffia un filo di vento, eppure le fronde dei cedri si agitano dolcemente mormorando. Parlano forse tra loro del rinnovato martirio di quelle popolazioni cristiane?

Il cavaliere aveva teso l’orecchio alla voce arcana dei cedri, li aveva compresi, ed ora aveva rivolto il cavallo verso la non lontana Baalbek, l’antica Eliopoli, per ammirare colà le vestigia più grandi, più audaci, più imponenti dell’opera umana nel mondo.

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