“L’internazionale” di Roberto Bracco

Commedia in un atto pubblicata nella Lettura del 1° gennaio 1915, e rappresentata dalla Compagnia di Tina Di Lorenzo, al Carignano di Torino, la sera dell’8 febbraio, 1915.

"L'internazionale" di Roberto Bracco.
“L’internazionale” di Roberto Bracco.

Dall’incipit del libro:

ATTO UNICO.

Un piccolo barocco salotto, con troppi mobili, i quali sono troppo piccoli. Quante sediole! quanti sgabelli! quante poltroncine! quante consollette! quante mensolette! quanti tavolini!… Una piccola scrivania, un piccolo canapè, un piccolo pianoforte sembrano grandi tra tutti gli altri mobili molto più piccoli. Oltre di che, si direbbe che ci sia stata una pioggia di ninnoli. Ce n’è dovunque: sui mobili, beninteso, dove possono restare fermi. E sono d’ogni sorta: graziosi, squisiti, preziosi, arguti, dozzinali, grossolani, puerili, goffi, orridi. E ciascuno sta qui o là, senza una ragione. Ci sta come per un suo capriccio. Son tutti ninnoli liberi e indipendenti che non obbediscono a nessuna mano ordinatrice. Nell’insieme, questo salottino è un gran rimescolio di brevi linee e di brevi scorci, in mezzo al quale, per giunta, si azzuffano i varii colori, tenui o vivaci, dei piccoli e troppi cuscini di cui il canapè è sopraccarico.

A sinistra, la porta comune. A diritta, una finestra. Nel fondo, una porta a due battenti, che dà nella camera di MIGNON. A un lato di questa porta, il pianoforte.

SCENA I.

(Le otto di sera. – Parecchie lampadine elettriche sono accese, parecchia luce aizza alla zuffa i colori sul canapè.
È l’ora del desinare. Un minuscolo tavolino tondo fa da mensa. È preparato un coperto per Mignon.)

VIRGINIA. (reca una zuppiera fumante e chiama Mignon, che è nella sua camera:) A tavola, signorina.

(Attraverso la porta aperta, si vede MIGNON, in vestaglia, sdraiata sulla coltre rosa del doppio letto e immersa nella lettura d’un giornale, tra molti altri giornali spiegati.)

VIRGINIA. (posa la zuppiera davanti al coperto, e aspetta, con le mani nei fianchi, con la bocca dischiusa come per acchiappar mosche. – Essa è una contadinotta che serba la sua primitiva aria di oca sotto la civetteria del grembiule bianco e della cuffietta alla francese. – Dopo un bel po’, torna a chiamare:) Signorina, a tavola!

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