Poemetto in rima pubblicato nel 1845.
Dall’incipit del libro:
NOTIZIE STORICHE
Vincenzo dei Marchesi Lercari antica, nobile e possente famiglia in Taggia, ora estinta, mal soffrendo che il giovine Banchero amoreggiasse una fanciulla da lui con sinistre mire adocchiata, si decise a farlo assassinare.
Sfuggito il Banchero al coltello dei sicarj del suo rivale, giurò vendetta – Fuggì il Marchese prima in Roma, riparò in Genova, ma sempre ebbe a vedersi innanzi il suo persecutore – Lercari si decise al ritorno in patria, ma Banchero che ivi lo avea poco prima preceduto, lo uccise sulla soglia del proprio palazzo.
Il seguito della vita dell’infelice Banchero somministra tuttora argomento di varj racconti nel popolo in cui vive la tradizione di simile avvenimento.
“Luigi Banchero : leggenda del secolo XVII in ottava rima” di Luigi Curli
L’Autore.
NB. Anche la famiglia Banchero è estinta.
CANTO PRIMO
IL SOSPIRO
«…. L’alma innocente
Tinto in rose vedea l’avvenir,
Quando ancor sul mio labbro ridente
Non suonava d’amore il sospir,
Ma ti vidi o Fatal giovinetto,
Io ti vidi e la gioja sparì.»
Romani. – Parisina.
I.
Non spregievole gemma alla corona
Onde Liguria si fea bello il crine,
Madre un giorno di prodi onde ne suona
Ancor d’Italia l’ultimo confine,
Ora deserta e nella polve prona,
Doma dagli anni e dalle sue ruine
Sorge una terra in solitaria piaggia
La sulle sponde del petroso Taggia.
II.
Nome ha dal fiume che le freme al piede,
Mentre da scabra rocca il capo estolle,
Squallida or Taggia torreggiar si vede
Fra i pingui ulivi onde s’imbruna il colle.
Pur l’opaco oliveto al grato cede
Olezzar degli aranci in quelle zolle;
Che cinta di giardin quella riviera
Aura v’accoglie ognor di primavera.
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