“Macerie” di Domenico Jaria

Raccolta di poesie scritte nel 1909, in ricordo del terremoto avvenuto l’anno prima a Reggio Calabria.

Dall’incipit del libro:

"Macerie" di Domenico Jaria.
“Macerie” di Domenico Jaria.

I.

Immani dii (se ne la terra o in cielo
Regna alcun dio), Possanze occulte, cieca
Necessità, che l’universo imperi,
Fati crudeli, oscuri ed eversori
Elementi, del Caso all’obbedienza
Solo soggetti, l’opra vostra orrenda
Quinci mirate. Cielo, terra e mare
E gli spazi infiniti, e ove riflessi
Manda la luce per gli azzurri strati
De la materia, e dove più profonda
La notte incombe senza speme alcuna
Di bagliore di stella, e tutto quanto
Ne l’universo esiste, sia che forma
Umana egli abbia o di qualunque strana
Esistenza, dall’atomo alle immense
Nebulose, vaganti ad un ignoto
Confine de la vita, un senso arcano
Han di pietà per le sventure umane.
Ma voi truci volgete le pupille
Su i doloranti umani, e l’occhio vostro
Fuor che di strage non si pasce. Strette
E la morte e la vita in pugno vostro,
Questa d’affanni ricingete, quella,
Libera fatta in suo voler, percorre
Con mille voli il mondo, e in cielo e in terra

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