“Messa novella” di Caterina Pigorini Beri

Racconto pubblicato sulla Nuova antologia di scienze, lettere ed arti , Serie 3 v. 40 (1892) pp. 89-104.

"Messa novella" di Caterina Pigorini Beri.
“Messa novella” di Caterina Pigorini Beri.

Dall’incipit del libro:

Messa novella

La piccola città era in una specie di festa attonita e meravigliata: un senso nuovo, come di tenerezza insolita, era diffuso nei cuori e brillava nei volti: e sotto un cielo turchino con uno splendore di sole pieno di allegrezza, col grosso campanone della cattedrale che sonava a distesa, si vedevano correre le donne e i ragazzi campagnoli, col garofanetto montanino in mano, verso il Duomo, dove si celebrava una messa novella.

E là dentro i cittadini, meno credenti, ma ugualmente curiosi e più commossi ancora di quella gente semplice e mansueta, si affollavano ai primi posti, per vedere l’imposizione delle mani e ascoltare il demitte nobis cantato dalla cappella di Loreto, venuta espressamente su quell’altura per invito della famiglia dello Sposo, come si chiamava il sacerdote, la più ricca e più nobile dei dintorni, di cui il secondogenito lasciava titolo di Conte e ricchezza di censo, per assumere il nome di Don Francesco, e vestire per sempre l’abito talare.

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