“Psicopoli” di Domenico Comba

Racconto (scritto con lo pseudonimo Domingo Mobac) pubblicato nel 1905 sulla Nuova antologia di lettere, scienze ed arti , Serie 4 v. 118, p. 499-510.

"Psicopoli" di Domenico Comba.
“Psicopoli” di Domenico Comba.

Dall’incipit del libro:

PSICOPOLI

Qualcuno aveva preso nella sua la mia mano sinistra, e, con il vellichio e la morbidezza del velluto, accennava a trarmi con sè. E pur nessuno mi era dato di scorgere al mio fianco. Ricordo che io di ciò non recai sorpresa, come se fosse la cosa più naturale di questo… o di quell’altro mondo.

Ad un tempo ebbi una percezione curiosa: io sentii risonare nella coscienza l’eco di quest’altra che, invisibile, insolita, misteriosa, mi si era appaiata, con un rapido, infrenabile stillicidio d’idee, di proposizioni, rimbalzanti entro me come gocciole di materia luminescente sullo specchio acqueo di una grotta. E l’opacità del mio Io si dileguava sotto quella pioggia; e nè sgomento nè impaccio mi pervadevano, perchè ogni mia inchiesta, non ancora quasi formulata, trovava soddisfacimento preciso, singolare a quella fonte sconosciuta e chiara.

E intanto io m’era mosso dietro quella mano calamitata.

Mi ero mosso? Dico così per dire; poi che parevami, invece, che tutto corresse via, sotto e intorno di me, in quell’atmosfera come di nebbia densa e cupa.

– Vieni – aveva detto quest’essere – se tu vuoi godere, per un istante, la vita che vivresti se tu raggiungessi i cento anni.

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