Biografia di Quintiliano, pubblicata nel 1929.
Dall’incipit del libro:
La vita di Quintiliano è presto narrata, soprattutto dopoché il Fierville ha sbarazzato (1890) il campo dai dubbi che ancora lo ingombravano: il luogo e la data della nascita, e il suo secondo matrimonio. È accertato che il retore non passò a seconde nozze; e quindi è perfettamente inutile spiegare come e perché fu possibile prestar fede a una notizia falsa. Dubbi sulla nazionalità di Quintiliano aveva mosso per il primo l’umanista Lorenzo Valla nel 1442 o 1443: la tradizione, seguita da S. Girolamo, gli assegnava, senza esitazioni, origine spagnola; il Valla lo disse invece nativo di Roma, notizia accolta in una biografia anonima pubblicata nell’edizione veneta della Institutio del 1494. Per l’autorevolezza del nome mette conto di accennare all’opinione del Gamurrini (1904), il quale, da un’iscrizione frammentaria da lui scoperta a Bolsena, l’antica Volsinium, donde «la famiglia dei Fabi Quintiliani… si appalesa originaria di Volsinio», crede di poter dedurre che appunto codesto municipio dell’Etruria fu la patria di Quintiliano. La data della nascita, per la cui determinazione approssimativa possono servire vaghe indicazioni fornite da alcuni luoghi della Institutio, era stata posta nel 42 d. C.; ora si ritiene quasi da tutti che sia il 35 circa.
Quintiliano, nato a Calagurris (Calahorra: una piazza della cittadina è intitolata al suo nome) nella Spagna Tarragonese, fu condotto giovanetto, forse ancora bambino, dal padre, retore, a Roma, dove ebbe, fra altri, a maestri il grammatico Q. Remmio Palemone e il retore e oratore, cioè avvocato, Domizio Afro, due celebrità. Compiuti gli studi, ritornò nel 59 o 60 in patria, e vi rimase fino al 68; nel quale anno Galba, governatore della Spagna Tarragonese e appunto allora creato imperatore, lo ricondusse seco a Roma. Quivi egli si stabilì, e dal 69, pare,
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