“Una notte bizzarra” di Anton Giulio Barrili

Racconto del 1865, qui in una versione del 1887 stampata a New York.

"Una notte bizzarra" di Anton Giulio Barrili.
“Una notte bizzarra” di Anton Giulio Barrili.

Dall’incipit del libro:

Era la notte dal 12 al 13 di gennaio 1857, e per la via Assarotti, a Genova, soffiava un vento come suole soffiare in quest’ampia via, quando Eolo scatena uno de’ suoi sudditi sulla regina del Tirreno.

È tramontana? è scirocco? è libeccio? Non ne sapete nulla. Esce, non si sa da dove, e v’investe da tutte le parti Guai allo scribacchino municipale che si lascia cogliere ad occhi aperti, perché risica di andare a palazzo Tursi colla polvere negli occhi, di non vedere più lo scrittoio e di dover chiedere una licenza di ventiquattr’ore, che il capo uffizio non è sempre disposto a concedere! Guai alla signora, che non sta attenta a raccogliersi la veste dattorno, perché il vento è curioso dei segreti e, quel che è peggio, ama troppo di propalarli ai viandanti.

Ma perché sto io a discorrervi del vento? La storia che vi racconto non occorre in mezzo alla strada, ma in un elegante quartierino al terzo piano del secondo palazzo a sinistra.

Abita colassù, cioè, dico male, abitava nel gennaio 1857 il protagonista del mio racconto, uomo sui trentaquattro, laureato in leggi, scapolo, non brutto né antipatico, e con ventimila lire d’entrata.

Trentaquattro anni son forse troppi; la laurea in leggi non è nulla; ma l’essere scapolo, non brutto né antipatico, e l’avere ventimila lire d’entrata, è già molto per esser felici, quando si abbia desiderii modesti.

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