“Caccia grossa : scene e figure del banditismo sardo” scritto nel 1900 con lo pseudonimo Miles.
Dall’incipit del libro:
E si va, si va….
L’ordine di partenza, un telegramma del ministero, ricopiato dal furiere e portato di corsa dal soldato, mi raggiunse alle Cascine, in una giornata di corse, in un gruppo cinguettante di signore.
Nel pésage, tutto fiorito a toilettes di primavera, sul tenue verde delle frondi rinascenti, era un ondeggiamento bianco e rosa, bianco e viola: i colori di moda. Le uniformi scintillavano, i bookmakers gridavano, la campanella squillava, e un sorriso correva da un capo all’altro sotto gli ombrellini, un sorriso di donne tutte belle, al cui orecchio scherzava la paroletta galante, mentre tentavano di fare un viso un po’ desolato per dirmi:
– O povero tenente! laggiù, tra quei selvaggi la mandano? Torni presto, eh!
Subito cerco cogli occhi di lei, il mio piccolo amore, col quale filavo l’idillio di un mese; scorgo il suo musino folleggiarne nel solito circolo di giovanotti, e, presala in disparte:
– Vado in Sardegna, sa?
Essa mi ha guardato di sotto in su con gli occhietti di chinese leziosa, col suo sorriso arcuato.
– Ma che! non è vero!
– Parola d’onore.
Per la prima volta l’ho vista un po’ seria.
– In Sardegna? salute!
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