“Sonettiere minuscolo” di Severino Attilj

Dall’incipit del libro:

"Sonettiere minuscolo" di Severino Attilj
“Sonettiere minuscolo” di Severino Attilj

Tenue ma ossequioso e sincero pegno del fervido affetto che ti porto, oggi, nella fausta ricorrenza del tuo natalizio, ti mando questi poveri sonetti d’amore, che ricordano il mio disprezzo pel passato, la felicità del presente ed i sogni per il futuro.

Roma, 13 febbraio 1886.

S. A.

PASSATO

I.

Tristemente sorpreso e nauseato
Dalla viltà che t’anima e t’ispira,
Credei che finalmente avrei spezzato
Questo laccio fatal che a te m’attira.

Volli dimenticar tutto un passato
Di lieti sogni, per cui il cor sospira;
Temprar l’ebbrezza, il fascino beato
Della passion che m’agita e m’adira.

Fu vano il desiderio. – Ho te negli occhi,
Ho te dentro la mente e in fondo al petto;
Dovunque vado par che t’abbia a fianco.

Oh! più lottar non posso; o no, son stanco:
Sento che la mia vita è nel tuo affetto,
E mi prostro di nuovo ai tuoi ginocchi.

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