Poemetto, scritto tra il 1901 e il 1902, pubblicato nel 1903.
Il libro contiene un lugo articolo di Girolamo Ragusa Moleti tratto al giornale L’Ora, N. 311 del 9 Novembre 1901.
Dall’incipit del libro:
VITO MERCADANTE
Dal giornale L’Ora, N. 311 del 9 Novembre 1901.
Ironia delle ironie! Incomincio questo articolo con le parole medesime con cui lo dovrò chiudere. Procedendo nella lettura, comprenderete anche voi l’amara logica delle mie parole, e le farete vostre. Ho scoperto un ingegno eletto, un giovane poeta, che dalle fatali necessità della vita sarà forse costretto a spegnere con un soffio di quelle sue giovani labbra, che han già susurrato in secreto tanta gentile melodia di versi, la viva fiamma del proprio genio, per vendere a quanti partono por l’interno di quest’isola inutilmente bella, i biglietti che dan loro il diritto di salire in uno dei compartimenti di prima o di seconda classe.
Chi sa quante volte l’avrete veduto! È un giovane piccolo, dai grandi occhi neri, intelligenti e amorosi, dai capelli ricciuti, dalla cera buona. Ei fa quel lavoro d’automa, senza rancore, con rassegnazione da martire.
Non è ironia, e di cattivo genere cotesta?
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Il giovine poeta del quale vo’ intrattenervi si chiama Vito Mercadante, ed è nativo di Prizzi. Ha un venticinque anni.
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