Commedia in un atto rappresentata per la prima volta da Pia Marchi, nel 1887.
ATTO UNICO.
Una camera destinata alle galanterie e agli affari. Due porte laterali. Una finestra alla parete di fondo. Molta eleganza civettuola. Seggiole a sdraio, soffici divani, cuscini larghi e morbidi, tappeti e drapperie abbondanti. – Un tavolinetto grazioso. – Sul tavolinetto, alle pareti, da per tutto, ninnoli, stampe antiche, ricordi e fotografie di donne. – Qualche vaso di fiori. – Bottiglie di vino e di liquori. – Verso il fondo della camera, un paraventino messo di sbieco, che nasconde a metà una toilette, una specchiera, un divanetto e altri mobili, per così dire, opportuni.
SCENA I.
CARLO, e FIFÌ
FIFÌ (innanzi alla specchiera, dietro il paravento, aggiustandosi il cappello sul capo e badando all’effetto complessivo della sua figurina) Dunque, a stasera, eh?
CARLO (accendendo una sigaretta e guardando lei con familiare compiacenza) A stasera. (Lunga pausa.) Ma sì, ma sì che va bene!
FIFÌ No, vieni qua, Tuffino mio. Ti piace più così… (variando la posizione del cappello) o così?
CARLO (le va vicino) Aspetta. Fammi vedere.
FIFÌ (ripetendo più esageratamente la variazione suddetta) Così… o così? Come preferisci?
CARLO Preferisco… tutti e due i modi.
FIFÌ (piegando le braccia con aria seria seria) E come farò, adesso?
CARLO Come farai che cosa?
FIFÌ Come farò a decidermi? (Sedendo di proposito) io resto qui finché non avrò deciso come debbo portare il cappello. (Si alza.) Ah! Ecco un’idea luminosa. (Si toglie il cappello e s’avvicina a Carlo.)
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