“Cristina” di Matilde Serao

Racconto pubblicato nel 1884 sulla Nuova antologia di lettere, scienze ed arti, Serie 2, volume 43, pp. 702-718.
Dall’incipit del libro:

"Cristina" di Matilde Serao.
“Cristina” di Matilde Serao.

MATILDE SERAO
CRISTINA

I.

Mentre Cristina si chinava a cogliere un ramoscello di basilico odoroso, da mettere come aroma nella salsa di pomodoro che bolliva in cucina, udì un sibilo breve e dolce. Ella levò il capo, ma non vide nulla; il sole batteva sulla terrazza dove si allineavano, nei vasi di creta, le rose di ogni mese, fiorite, i peperoncini rossi, i garofani schiattoni, il prezzemolo e i gelsomini bianchi; il sole l’abbagliava. Ma di nuovo un sibilo dolce attraversò quel silenzio meridiano; ella si rialzò vivamente, fece solecchio con la mano e si guardò intorno. Il sole la illuminava tutta, nel suo vestito di percalla bigiognola a fiorellini azzurri, molto stretto alla cintura, col grembiule di merino nero che cingeva la persona; a un occhiello del vestito, sul petto, erano passati due gelsomini bianchi, dal gambo sottile; i folti capelli castani, divisi in due treccie, raccolti sulla nuca, strettamente, lasciavano libera una piccola fronte bianca.

– Chi sarà? – pensava ella, aguzzando gli occhi.

Infine qualche cosa di bianco che si agitava, attirò la sua attenzione. Dietro la casa dei Marcorelli, a una piccola finestra di casa Fiorillo, una pezzuola si agitava, mossa da una mano.

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