Breve testo (racconto? non saprei come classificarlo) pubblicato nel 1906.
Dall’incipit del libro:
DA UN VELO
Io sogno di un giovine prete anglicano, in un piccolo presbiterio semplice di stile come il cantare di un fanciullo.
Io lo sogno nella vita come in un tempio.
In fondo al suo sguardo limpido solo vivrebbero le cose immutabili; le altre vi passerebbero quasi vane apparenze in uno specchio profondo.
Oltre le forme visibili, mutevoli, imperfette, egli vedrebbe l’invisibile, il modello stabile e perfetto del mondo e degli esseri.
Le parole misteriose della Scrittura, aprendosi misteriosamente alla sua meditazione, mostrerebbero sempre nuovi orizzonti al silenzio della sua giovinezza austera, appartata come in un claustro spirituale, su cui l’interno cielo dell’anima svolgerebbe un muto ritmo infinito, simile al palpito delle stelle sulla solenne maestà delle montagne.
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