“Dal libro dei ricordi” di Anton Giulio Barrili

Dal libro dei ricordi : capitolo unico : nel quale si narra di un uomo, di una donna e di un gabbiano. è un racconto pubblicato nel 1884 sulla Nuova antologia di lettere, scienze ed arti, Serie 2, volume 43, pp. 273-292.
Dall’incipit del libro:

"Dal libro dei ricordi" di Anton Giulio Barrili.
“Dal libro dei ricordi” di Anton Giulio Barrili.

ANTON GIULIO BARRILI

DAL LIBRO DEI RICORDI

CAPITOLO UNICO
nel quale si narra di un uomo, di una donna e di un gabbiano.

…Egli amava raccontare ed io lo stavo a sentire molto volentieri; poi mettevo fuori il taccuino e segnavo. Eravamo spesso insieme nel giorno, e sempre, poi, nella notte, che a quei tempi non era ancor fatta per dormire. Con lui e con Angelo Mariani, che ore! Lui soleva chiamarle, con frase poetica e vera, le “ore all’amicizia sacre.” Ma era poi capace di dedicarmi tutte le ventiquattro del giorno astronomico, dimenticando le assicurazioni marittime e i noleggi, che esercitavano la sua pazienza quotidiana, negli anni della vecchiaia. Perchè oramai era vecchio e i suoi sessanta facevano un curioso contrasto coi miei trentadue; ma da ciò derivava un carattere nuovo e più intimo alla sua amicizia, tutta improntata di una tenerezza gelosa, provvida, quasi paterna. Con nessuno, neanche in più giovane età, neanche adolescente, ebbi a sentirmi così bambino, come mi sentivo con lui; e ahimè! non potrò più sentirmi tale, essendo egli partito per quelle regioni, dove si sta così bene, che non viene più voglia di ritornare.

Era un bel tipo, con la sua barba bianca, fina e fluente in mosaiche anella sul petto, co’ suoi begli occhi cilestri, la sua carnagione bianchissima, le labbra vermiglie e il naso breve e diritto, dalle nari delicatamente modellate e rosee, come se fosse il naso di una leggiadra donnina. Fu bello fino a settant’anni; ma da venti, o da venticinque, non curava più la bellezza esteriore. Portava giacca e calzoni d’un colore, ma niente sottoveste, nè di estate nè d’inverno. Col pastrano lo vidi una volta sola, perchè il termometro era sceso a parecchi gradi sotto lo zero, e lui non aveva mai indossato un corpetto di flanella. Per contro, non si levava mai dal capo il suo cappelletto a cencio, nero, finissimo, e piantato un pochino alla sgherra. Si diceva, ridendo, che con quel cappello in testa solesse anche dormire, tanto si era avvezzi a vederlo in ogni occasione con la fronte coperta. Si credeva ancora che volesse nascondere una precoce calvizie; ma in questa opinione non c’era niente di vero. Egli non aveva più la fitta selva di capegli d’oro della sua gioventù; ma ne possedeva sempre abbastanza, come io ebbi occasione di vedere, l’unica volta che si levò, e spontaneamente e con giubilo, il suo cencio nero dal capo.

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