“I nostri ragazzi” di Emilia Rondoni

Due racconti pubblicati in un piccolo libricino di 14 pagine nel 1867, estratti dal giornale Letture di Famiglia, dello stesso anno.

"I nostri ragazzi" di Emilia Rondoni.
“I nostri ragazzi” di Emilia Rondoni.

Dall’incipit del libro:

I.
I piccoli infermi.

Io me ne stava con una mia compagna presso ad un infermo cui avversa fortuna aveva costretto a giacersi nello spedale di S. Maria Nuova, quando i miei orecchi furono colpiti da un suono che mi scosse per meraviglia. Guardai in viso l’amica mia, la quale intenta e sorpresa più di me, vagamente domandava: Chi canta? – È Paolino che canta –, replicò l’ammalato a noi, già rivolte dalla parte ove muoveva la voce, e dove scorgemmo un fanciullo, magro, sparuto, che giaceva e cantava.

Negli spedali non si conoscono cerimonie, accostatevi ad un infermo, fate un atto di compassione, e basta per attaccar discorso ed essere amici. Così fattami vicino al ragazzo, senz’altro gli dissi: – Si sta allegri eh! – Lo credo, rispose il fanciullo, spalancando i suoi occhi nerissimi, sto meglio oggi! – ed io, continuando: – O che male hai? – Ho avuto male ad una gamba, ma ora non l’ho più. – Sei dunque guarito, ti levi? – Non mi levo perchè dove mi tagliarono ci ho sempre la ferita, ma di questa si guarisce. – Ti tagliarono! chi sa quanto soffristi, poverino! – La si figuri! ma piuttosto che morire, stetti agli ordini, e ora sto benino e torno a casa. – Dove l’hai la casa? – Dal mi’ babbo fuor di porta a San Gallo. – O la mamma non l’hai? – No, ho il babbo solamente, ma gli è tanto buono e tanto bravo! e’ fa il giardiniere. – Viene a vederti? – Sicuro! tutte le settimane e’ viene, e domenica mi porta via con sè.

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