Raccolta di 19 racconti pubblicata nel 1914.
- Che c’entra l’onore?…
- O nulla, o tutto!
- …«Didone abbandonata»
- Il marito fiducioso
- Fino alla morte
- Il vile
- Un uomo di coscienza
- La chiave della casa
- Nel mistero
- L’innocente
- Le mogli altrui
- La morsa
- I due sessi
- Ignazio Fuoribona
- Carambolata
- Il prezzo dell’amore
- Il 30 e il 32
- Una partita a scacchi
- Liverpool – «New York»
Dall’incipit del libro:
“La vita e la favola” di Roberto Bracco
ESORDIO.
Un po’ di tutto, cari lettori, e per tutti i gusti, per tutte le menti, per tutti i nervi, per tutti i cuori. Sono briciole di vita e falene di favole, sono storie e storielle che cavo dal vero, dal quasi vero, dal falso e anche dall’assurdo, e alcun che di vero c’è poi dovunque, o pare a me che ci sia, o parrà forse a voi. Di qualcosa documentata in fondo al cassetto delle mie più vecchie carte ingiallite e smanciate dal tempo, di qualche altra che vedo e non vedo come a traverso una caligine percorsa da strie di luci vanescenti o a traverso una rabbia di sole che mi abbacini, e di qualche fiore tetro o malinconico che mi sboccia nell’anima commossa dalle umane doglienze, e di qualche bufferia che mi spunta aligera nel cervello raffrescato chi sa da quale zeffiretto e che picchia con le ali alle pareti del cranio a guisa d’un coleottero in prigionia per escirne e correre a svolazzare tra le affini bufferie del mondo, io compongo un libro, che vuol essere come la giornata alacre d’un giullare risorto in prosa e in marsina: un variegato libro e variamente dilettevole da porsi accanto a quella coppietta di volumi chiamati Smorfie tristi e Smorfie gaie, che poco importa se siano o non siano saggi di pretta novellistica e che, comunque, a voi son piaciuti.
Vogliano i fati che questo terzo libro smorfieggiante vi torni del pari gradito! Da una così onorevole mercede la mia volenterosa giulleria trarrebbe la lena per ulteriori fatiche e migliori. E se invece, aimè, la mala nuova mi giunga d’avervi attediati (le male nuove le reca il vento o uno zelante folletto invisibile), io farò bene ammenda, e del novellatore, o del giullare, e del suo magro ingegno… sarà stata questa l’ultima giornata.
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