Corposa raccolta di poesie pubblicata nel 1920.
Dalla prima poesia:
IL GIARDINO DELL’OSTERIA «LA VITA»
Entrammo. Era il giardino
una bellezza.
In fiore tutte le piante, tutti
gli alberi.
E fiori e fiori e frutti.
Noi, con ansia d’ingordi, cogliemmo a piene mani
e frutti e fiori,
i vicini e i lontani,
quasi temendo
di non essere lesti
a scegliere i migliori.
Erano tanti i frutti,
erano tanti i fiori:
ma poi, sul limitare,
ci accorgemmo di molti
più belli e rigogliosi,
non veduti e non colti.
E tosto una tristezza
muta sul cuor gravare
sentimmo, perché, chiuso,
ormai l’ampio giardino
sembrava sì lontano
anche se a noi vicino.
Ed ecco che una mano
comincia a sanguinare…
O sognatore illuso,
or vedi i fiori e i frutti
attraverso i cancelli
e coglierli non puoi…
Lontano, oh ma più belli!
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