Dramma in un atto rappresentato per la prima volta – protagonista Ermete Zacconi – dalla compagnia Zacconi-Pilotto-Sciarra al teatro Sannazzaro di Napoli; il 5 maggio 1893. – Premiato al Concorso Drammatico Nazionale del 1893-94.
Dall’incipit del libro:
ATTO UNICO.
Un salottino modesto. Ambiente semplice. In fondo, due usci, quello per cui si entra venendo dalla porta di scala e quello – nascosto dietro una pesante portiera – della camera da letto. A sinistra, un altro uscio; a destra, un quarto uscio, e un caminetto con su un orologio e due candelieri senza candele. Una scrivania* con foglietti, buste, calamaio, penne, carta asciugante, ecc. Un divano, una tavola rotonda, altre poche suppellettili, e, sulla tavola, un vassoio di metallo con entro qualche giornale.
* La scrivania dev’essere posta sul davanti del palcoscenico, coi cassetti dalla parte della ribalta. Sicché, la sedia presso la scrivania è collocata in modo che chi vi si siede resta con le spalle al pubblico.
SCENA I.
TERESA, FRANCESCA, il PRETORE, il CANCELLIERE, il MEDICO, il DELEGATO.
(Quando s’alza la tela, Teresa, tutta curva, compunta e come annichilita, con le braccia incrociate, siede sopra una seggiola messa apposta accanto all’uscio della camera da letto.)
TERESA (biascica orazioni; e non alza la voce che per pronunziare in un sospiro le prime e le ultime parole della preghiera:)
Requiem æternam dona ei, Domine; et lux perpetua luceat ei. Requiescat in pace. Amen. – …Requiem æternam dona ei, Domine. Et lux perpetua luceat ei…. Requiescat in pace. Amen – … Requiem æternam dona ei, Domine. Et lux perpetua, luceat ei….
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