“Processi verbali” di Federico De Roberto

"Processi verbali" di Federico De Roberto.
“Processi verbali” di Federico De Roberto.

Raccolta di 12 racconti pubblicata nel 1890.

  • Il rosario
  • Il convegno
  • I vecchi
  • Donna di casa
  • Lupetto
  • La “trovatura”
  • Mara
  • Pietro Micca
  • L’onore
  • Il krak
  • Pentimento
  • Il viaggio a San Vito

Dall’incipit del libro:

Prefazione

Per un volume di novelline, che vorrebbero essere delle minuscole opere d’arte, Processi verbali potrebbe parere un titolo un po’ troppo curialesco. Due parole di spiegazione mi sembrano dunque indispensabili, quantunque io abbia imparato a mie spese, qual poco conto ci sia da fare sulle prefazioni lunghe o corte che sieno.

Processo verbale comune – i puristi ripudiano questa espressione – significa una relazione semplice, rapida e fedele di un avvenimento, svolgentesi sotto gli occhi di uno spettatore disinteressato. Processi verbali, io intitolo delle novelle, che sono la nuda e impersonale trascrizione di piccole commedie e di piccoli drammi colti sul vivo.

Se l’impersonalità ha da essere un canone d’arte, mi pare che essa sia incompatibile con la narrazione e con la descrizione. Nell’esporre in nome proprio gli avvenimenti, nel presentare i suoi personaggi, lo scrittore si tradisce inevitabilmente; ch’ei voglia o no, finisce per giudicare gli uni e commentare gli altri; e le fioriture di stile, con cui egli traduce le impressioni suscitate dal mondo materiale, sono cosa tutta sua. L’impersonalità assoluta, non può conseguirsi che nel puro dialogo, e l’ideale della rappresentazione obiettiva, consiste nella scena come si scrive pel teatro. L’avvenimento deve svolgersi da sé, e i personaggi debbono significare essi medesimi, per mezzo delle loro parole e delle loro azioni, ciò che essi sono. L’analisi psicologica, l’immaginazione di quel che si passa nella testa delle persone,…

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