“Smorfie tristi” di Roberto Bracco

Altra raccolta di racconti – 21 questa volta – sempre del 1909.

"Smorfie tristi" di Roberto Bracco.
“Smorfie tristi” di Roberto Bracco.

Dall’incipit del libro:

LA CANZONETTA DELL’ALBA.

Dopo tanti anni, s’incontrarono lassù, a Capri, tra i riflessi d’oro del tramonto estivo, in uno dei biancheggianti erti viottoli che solcano e avvolgono le alture dell’isola minuscola, fatta di ambra, smeraldi e filagrana. Riccardo Bizzi, sull’asinello zoppo, che arrancava alla coda della matta comitiva d’uomini e donne, passando davanti a Tommaso Negri, che, mogio mogio, se n’andava verso casa, non lo aveva riconosciuto sotto gli occhiali neri e la grande paglia imbrunita dal sole. Ma la vocetta di Tommaso Negri chiamò:

– Ohè, Riccardo, Riccardo!…

– Chi è? – disse questi, voltandosi.

– Come! Non mi riconosci? – e sollevò sul collo gracile la piccola testa, mostrandogli il pallido volto allungato dalla barbetta castana.

– Uh!… Tommasino!… Sei tu? Proprio tu?

– Proprio io.

Riccardo, in fretta, smontò dal suo destriero, raccomandò a una delle contadine palafreniere di avvertire la comitiva – la quale s’allontanava con gran chiasso, sugli asinelli trotterellanti – ch’egli la raggiungerebbe più tardi all’albergo, e abbracciò, freneticamente, il suo amico d’infanzia. Erano commossi tutti e due.

– Tommasino! Tommasino!…

– Sono io che ho riconosciuto te. Con un occhio solo, qualche volta, ci vedo meglio di chi ne ha due.

– Con un occhio solo?!

– Sì, sì – affermò Tommaso con la gaiezza suscitata in lui da quel lieto incontro impreveduto. – Facciamo un po’ di strada insieme?

– Certo!

– Non disturbo la tua gita di piacere?

– Anzi, il piacere non comincia che ora. Ma tu che fai qui? Che fai?… Ah!… mi ricordo…. Non so chi me lo disse: tu qui sei un’autorità, un pezzo grosso….

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