Racconto pubblicato nel 1890 sulla Nuova antologia di scienze, lettere ed arti, Serie 3 v. 26 pp. 107-118
Dall’incipit del libro:
UN’OMBRA
NOVELLA
Il conte Flavio Catilinari parve molto mutato a’ suoi rari amici, quando tornò a Roma dopo un viaggio di tre o quattro mesi: era pallido e triste, più taciturno dell’usato. Egli si avvedeva di questo, ne soffriva, ma sdegnava impigliarsi in troppe simulazioni.
– A che pro’? – pensava: – Non sanno tutti forse che ho scacciato di casa mia la contessa? E non ne conoscono tutti la ragione, e ne sorridono?
Tutti almeno credevano di conoscerla, tutti volentieri ne ciarlavano a bassa voce.
Non v’erano stati scandali. Tre o quattro giorni prima della sua partenza il conte aveva condotto sua moglie a casa dei parenti di lei, che l’avevano accolta con estrema freddezza, e da quel momento la bellissima signora non aveva più nè ricevuto nè reso visite, non s’era mostrata a teatro, non s’era lasciata vedere in nessun concerto. Appena la si poteva scorgere a Villa Borghese o a Villa Pamphily, sola, in carrozza chiusa. Varii giovani dell’aristocrazia parlavano con ammirazione, quasi con entusiasmo, di quel ritiro; ma qualche signora, tra le migliori amiche della contessa, aveva più volte insinuato:
– Passerà, passerà…
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